Riabilitazione del Pavimento Pelvico

RIABILITAZIONE PELVICA

La Riabilitazione perineale è dedicata a uomini e donne e si propone di risolvere disfunzioni quali incontinenzadebolezza perineale e prolassodisfunzioni sessualidolore pelvico cronicostitichezzaemorroidi e disfunzioni colonproctologiche.

SINTOMI URINARI

  • L’incontinenza urinaria da sforzo o da stress, che si verifica  durante uno sforzo intenso come tossire, starnutire, oppure lieve, come camminare o fare le scale. Si presenta frequentemente nel periodo post partum e nella menopausa.
  • L’incontinenza urinaria da urgenza, presente in concomitanza di un impellente ed improcrastinabile bisogno di mingere e tale da impedire al soggetto di raggiungere la toilette in tempo utile;
  • L’incontinenza urinaria mista, dove sono presenti i sintomi di entrambe le forme.
  • Incontinenza urinaria post intervento alla prostata.
  • L’urgenza urinaria: improvviso irresistibile desiderio di urinare, difficile da procrastinare.
  • La frequenza urinaria: svuotamento minzionale quotidiano troppo frequente; è utile ricordare che il numero di minzioni giornaliere considerate normali è al massimo di 7.
  • Sintomi della fase di svuotamento:  quando è difficile iniziare la minzione, esitanza, oppure il manifestarsi di flusso urinario debole e/o intermittente durante tale momento, oppure l’utilizzo della forza dell’addome per spingere fuori l’urina (torchio addominale).
  • Senso di incompleto svuotamento vescicale e il gocciolamento post minzionale (perdita involontaria di urina immediatamente successiva al termine della minzione, solitamente dopo aver lasciato la toilette).

SINTOMI GINECOLOGICI

  • Prolasso degli organi pelvici consiste nella discesa verso il basso di uno o più organi della pelvi. A seconda dell’organo disceso, il prolasso viene chiamato cistocele (vescica), isterocele (utero), rettocele (retto), enterocele (anse intestinali). Il prolasso degli organi pelvici è un patologia tipicamente femminile.

SINTOMI SESSUALI

DISFUNZIONI SESSUALI FEMMINILI

  • Disturbi del desiderio  sono correlati al pavimento pelvico i disturbi da desiderio ipoattivo, presente sia quando tale zona è ipovalida (come nel post partum), poiché ridotte possono essere le sensazioni di piacere, sia quando esso è iperattivo (come nella sindrome del dolore pelvico cronico), quando il dolore presente inibisce il desiderio di avere rapporti sessuali;
  • Disturbi dell’eccitazione, mancanza o scarsa lubrificazione vaginale; essa può essere conseguente ad uno stato di ipovalidità del pavimento pelvico (con diminuzione delle sensazioni di piacere) o ad una iperattività (a cui può conseguire dolore);
  • Disturbi dell’orgasmo, essi possono verificarsi quando il pavimento pelvico ipoattivo determina una riduzione delle sensazioni in questa fase, oppure quando la sua iperattività determina dolore che impedisce alla donna di raggiungere l’orgasmo, oppure quando la donna già soffre di incontinenza urinaria (da sforzo o da urgenza) e l’eventualità che questo sintomo si presenti durante i rapporti inibisce questo evento;

DISFUNZIONI SESSUALI CARATTERIZZATE DA DOLORE

  • Il vaginismo è la difficoltà o impossibilità della donna di realizzare la penetrazione, anche in presenza di desiderio; può essere primario (la donna non è mai riuscita a realizzare la penetrazione) oppure secondaria (si presenta ad un certo punto della vita, conseguentemente  ad un evento, come il dolore dovuto a stato infiammatorio).
  • La dispareunia consiste nel dolore genitale persistente o ricorrente che si verifica ai tentativi di penetrazione vaginale o durante la penetrazione vaginale  stessa.

DOLORE PELVICO CRONICO

La Sindrome del Dolore pelvico cronico è caratterizzata dalla presenza di dolore nella zona della pelvi presente da almeno 6 mesi o più. Questa sindrome è solitamente una condizione altamente invalidante per la persona che ne è afflitta e spesso, oltre alla sofferenza determinata dal dolore stesso, causa cambiamenti negativi nella vita del paziente: depressione, ansia, disfunzioni sesssuali, limitazioni nella vita sociale e familiare, limitazioni nell’attività fisica, frustrazione, ecc. Il dolore spesso viene riferito senza confini ben definiti (come può essere invece il dolore in una articolazione) e si può irradiare da una zona a quelle limitrofe.

Numerosi sono perciò i termini che vengono utilizzati, a seconda della parte o organo che viene prevalentemente colpito dalla sindrome: vestibolite (infiammazione del vestibolo – porzione iniziale del canale vaginale), vulvo-vaginite (infiammazione della vulva e della vagina), uretrite (infiammazione dell’uretra), prostatite (infiammazione della prostata), ecc.

Talvolta viene fatto riferimento al nervo pudendo, che attraversa la pelvi e le sue strutture, quale causa della sindrome del dolore pelvico cronico.

SINTOMI COLON – PROCTOLOGICI

  • incontinenza ai gas e/o alle feci, definita come la perdita involontaria di gas e/o feci solide o liquide.
  • stipsi o costipazione; consiste nella difficoltà ad evacuare le feci e può riguardare la frequenza, la difficoltà al momento dell’espulsione o entrambe. E’ considerato normale un numero di evacuazioni comprese tra 2 al giorno e 2 alla settimana. La stipsi può dipendere da una ridotta motilità dell’intestino e/o da una dissinergia muscolare del pavimento pelvico, o meglio del fascio pubo-rettale che circonda e chiude il canale anale. Esso durante la defecazione dovrebbe rilassarsi, permettendo la fuoriuscita delle feci, ma in alcuni casi questo fenomeno non avviene e il soggetto, pur avvertendo lo stimolo, non riesce a defecare, oppure residua dopo la defecazione una fastidiosa sensazione di non completo svuotamento;
  • dolore ano-rettale, dolore zona pelvica per disfunzione dei muscoli pelvici.
  • prolasso ano-rettale.

FISIOTERAPIA PELVICA

La Fisioterapia ha l’obiettivo di guarire o  ridurre i sintomi riferiti dal paziente e causati dalla disfunzione di questa zona, migliorando così la qualità di vita del soggetto. La sua applicazione prevede l’utilizzo di tecniche e strumenti che vengono impiegati a seconda della condizione della persona.

Gli step:

  • Valutazione, ha il compito di rilevare eventuali limitazioni funzionali, disabilità, alterazioni dello stato di salute, ai fini di pianificare l’intervento terapeutico riabilitativo. Consiste inizialmente in un colloquio verbale, attraverso il quale viene raccolta l’anamnesi del paziente
  • Esame obiettivo, consiste in una osservazione visiva, il professionista guarda la zona genito-anale, verificando lo stato della pelle e delle mucose, eventuali modificazioni anatomiche e l’effetto dell’attività muscolare volontaria del pavimento pelvico. Valutazione manuale, vengono valutati l’attività riflessa, la sensibilità, compresa l’eventuale presenza di punti dolorosi, il tono, il trofismo, e direttamente l’attività volontaria del pavimento pelvico. Valutazione funzionalità motoria dei muscoli della parete addominale o di altri muscoli e articolazioni del bacino, delle cosce, del torace, che sono strutture funzionalmente correlate al pavimento pelvico.
  • Esercizio terapeutico, consiste in una serie di esercizi diretti alla zona genito-urinaria-anale e, più specificatamente, alla parte muscolare. Tali esercizi sono programmati e finalizzati ad ottenere precise modificazioni della disfunzione del pavimento pelvico.
  • Biofeedback, Questa tecnica consiste nell’utilizzo di apparecchiatura strumentale in grado di registrare l’attività muscolare del pavimento pelvico. Questa registrazione avviene attraverso l’utilizzo di apposite sonde poste nello spazio intravaginale o intranale, che, collegate ad un computer, trasmettono le informazioni relative al muscolo. Il paziente può pertanto vedere e sentire l’effetto della propria contrazione muscolare effettuata con il pavimento pelvico.
  • Stimolazione elettrica funzionale, utile per aumentare la forza e la resistenza muscolare del pavimento pelvico in caso di ipovalidità di questo muscolo; ad inibire il muscolo che avvolge la vescica, denominato detrusore, in caso della cosìdetta “instabilità detrusoriale”, condizione che determina urgenza urinaria con possibile incontinenza da urgenza; ad inibire lo stimolo “dolore”, nelle sindromi dolorose perineali.
  • Trattamento domiciliare, In molti casi viene consigliato al paziente l’utilizzo di alcune tecniche e strumenti al di fuori dell’ambulatorio, come per esempio esercizi di Kegel o se necessario terapia elettrica con apparecchiatura portatile.
  • Trattamento comportamentale, modificazione dei fattori di rischio e abitudine sbagliote che possono influire sulle disfuzioni pelviche.

“Ci siamo rese conto che nel territorio manca una struttura sanitaria con queste caratteristiche” dicono “il nostro obiettivo è quello di avere un’equipe multidisciplinare che lavora al servizio delle famiglie a 360°”.

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